Roma filosofica nicodemita libertina. Scienze e censura in età moderna

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Francesco Borromini, Lanterna spiraliforme di Sant’Ivo alla Sapienza (metà Seicento). Incisione tratta dal volume di Sebastiano Giannini sulla "fabrica della Sapienza di Roma", pubblicato nel 1720.
Francesco Borromini, Lanterna spiraliforme di Sant’Ivo alla Sapienza (metà Seicento). Incisione tratta dal volume di Sebastiano Giannini sulla “fabrica della Sapienza di Roma”, pubblicato nel 1720.

Il nicodemismo fu la ratio stessa della vita culturale romana e l’oralità rappresentò una delle dimensioni privilegiate della comunicazione intellettuale. Il nicodemismo e l’oralità, così come la tolleranza praticata dalle istituzioni preposte al controllo sociale furono fattore primario di stabilità sociale nella Roma pontificia.

Sulla base di questo modello di riferimento, il volume di Candida Carella dal titolo Roma filosofica nicodemita libertina. Scienza e censura in età moderna, pp. 196, 2014, € 24,00 (Collana “Testi e storie di filosofia”, 1) (link per l’acquisto del volume) propone una lettura della cultura filosofica e scientifica romana di fine Seicento: una Roma significativamente permeabile a cartesianesimo, gassendismo, spinozismo ma, ancor più, vivace fucina di materialismo, libertinismo e ‘ateismo’. 

L’AUTRICE DEL VOLUME

Candida Carella è ricercatrice presso il Dipartimento di Filosofia della “Sapienza” Università di Roma, dove insegna Storia della filosofia moderna. Si occupa di storia della filosofia del Rinascimento e della vita intellettuale seicentesca.

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