
Non c’è poesia che nei ricordi d’infanzia. Il poeta più poeta d’Italia è il Leopardi, il cui mondo (per quanto rattristato e desolato dalla lava ardente della sua filosofia) è la sua fanciullezza.
Così scriveva il Pascoli, l’8 dicembre 1901 a Tommaso Ricciarelli, a pochi anni dalla raggiunta consapevolezza che era ormai arrivato il momento di far seguire alle imitazioni di Manzoni e Leopardi, ineludibili e per certi versi ingombranti giganti della lingua e della letteratura, un nuovo linguaggio poetico o, seguendo le parole di Pascoli, per “prepararci a trovare con grande fatica una via nostra”.
Contribuisce a gettare nuova luce sul complesso rapporto di assimilazione e negazione del modello leopardiano che accompagnerà tutta l’esperienza poetica del Pascoli, l’edizione critica curata da Massimo Castoldi, dal titolo GIOVANNI PASCOLI, SAGGI E LEZIONI LEOPARDIANE, Agorà Edizioni, La Spezia, pp. 472, € 45,00, pubblicata nel 1999, ed ancora di estrema attualità ed utilità. (per ordinare il volume inviare una mail a: info@nardecchia.it) www.liberdomus.it
Per ogni testo pascoliano è stata predisposta un’edizione critica e alcune note esplicative relative alle fonti, al rapporto con gli appunti preparatori e alle citazioni leopardiane o di altri autori.
Precede il testo dei saggi e delle lezioni un’ampia introduzione articolata in più capitoli che tiene conto della genesi e della storia delle conferenze pascoliane ricostruita sostanzialmente anche attraverso gli appunti autografi.
L’opera è conclusa da due appendici: la prima raccoglie i testi leopardiani presenti nelle due antologie scolastiche Sul limitare e Fior da Fiore; la seconda elenca i libri e gli opuscoli di argomento leopardiano conservati nella Biblioteca di Casa Pascoli a Castelvecchio.
Infine, un’utile indice degli appunti autografi consente la ricostruzione dei medesimi.
Completano il volume tre tavole a colori riproducenti alcuni appunti autografi.
Per completezza di informazione, mi piace segnalare il bellissimo sito dedicato a Giovanni Pascoli, curato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (qui il link)