Figlia del grande romanziere William Makepeace Thackeray, Anne Thackeray Ritchie pubblica per la prima volta Beauty and the Beast nel 1867, e l’anno successivo la include nella fortunata raccolta Five Old Friends and A Young Prince.
Sono, quelli, per lei, anni di grandi cambiamenti. Sperimenta nuove libertà, abbandona la forma romanzesca e sceglie la fiaba letteraria per raccontare meglio il suo tempo. Legati ad una tradizione lontana, i testi fonte di Perrault, Leprince de Beaumont e dei fratelli Grimm diventeranno solo punti di ispirazione delle sue contemporary stories.
E, infatti, non sembra più esserci spazio per principi e principesse o per creature mostruose che abitano castelli incantati: in questa versione di Beauty and the Beast i protagonisti Belinda Barly e Guy Griffiths si muovono in una Londra segnata dalla crisi dei mercati e dal contrasto stridente tra lusso e povertà. Il filo della loro storia condurrà il lettore in un universo complesso, doloroso, in cui il sogno è potere andare oltre ogni stereotipo e seguire vie lontane dalle convenzioni. (Link per acquistare il volume)
Manuela D’Amore insegna Letteratura inglese presso l’Università degli Studi di Catania. Si interessa di scrittura di genere e di viaggio ed è autrice di numerosi saggi. Ha curato le edizioni italiane de Il Diario della Confraternita Preraffaellita (1848-1852) di William Michael Rossetti (Lumières Internationales 2005) e di Anti Pamela di Eliza Haywood (Bonanno 2009). Più di recente si è dedicata ai volumi monografici Essays in Defence of the Female Sex: Custom, Education and Authority in Seventeenth-Century England, (Cambridge Scholars 2012) e The Royal Society and the Discovery of the Two Sicilies: Southern Routes in the Grand Tour (Palgrave Macmillan 2017).