INTELLIGERE. Mediare tra identità e alterità

INTELLIGERE

Mediare tra Identità e Alterità

Collana di testi e studi diretta da Santo Burgio, Sabina Fontana e Souadou Lagdaf

Le azioni umane non vanno derise, né compiante, né detestate, ma vanno solo e piuttosto comprese: le celebri parole di Baruch Spinoza invitano all’intelligere come passione autentica della ragione. Esse riprendono forza entro una configurazione storica nella quale, a fronte della crisi acclarata del progetto della modernità – eurocentrico, tecnocratico, colonialista – e delle pulsioni telluriche che scuotono l’arcipelago della globalità, la necessità di una misura razionale si fa necessità di sopravvivenza. Dell’altro che viene imperiosamente avanti, dei nuovi asiacentrismi, del tumulto africano, delle ondate migratorie, le società occidentali poco sanno e molto temono: fino a tentare esportazioni improvvide della sua creatura più preziosa e irrinunciabile, la democrazia, che hanno finito per alimentare i fuochi speculari e minacciosi – e altrettanto tragicamente equivoci – dell’occidentalismo. D’altro lato, la chiusura a riccio nei bastioni illusori delle identità è il segno più manifesto della possibile, lungo questa via retriva, decadenza europea. A fronte di queste dismisure, altro non rimane che la fatica diuturna e sorvegliata della mediazione. L’importanza della mediazione linguistica e interculturale cresce a misura dei tanti generi di frontiera che, paradossalmente, l’era globale moltiplica vorticosamente.  L’incontro o, purtroppo, lo scontro costituiscono già e comunque una condizione nuova, in cui identità e alterità si ridefiniscono, in cui il possesso si riformula il più delle volte in arroccamento, chiusura indifferente, rivendicazione polemica. A questo impulso alla chiusura che, si badi, non è affatto tendenza di cui l’Europa ha l’esclusiva, ma è anch’essa dura esperienza globale, la mediazione non può però rispondere in forma di negoziato acritico. Se la mediazione è un intelligere civile, non può prescindere da un orizzonte di valori e di questioni che definiscono un terreno comune, di portata tendenzialmente universale, di congenita plasticità: è il terreno dei diritti civili, dei diritti linguistici, del diritto all’istruzione, dell’educazione alla diversità, dell’alfabetizzazione culturale reciproca, della tolleranza, della giustizia distributiva; è il terreno delle grandi questioni comuni, dell’ecologia politica, del dominio del capitale finanziario, della sperequazione nella disponibilità delle risorse, del welfare. In tempi di quella che un filosofo camerunense ha chiamato “politique  de l’inimitié”, la vite e l’olmo, simbolo classico dell’amicizia, sono le piante che in questo terreno vorremmo far crescere.     

Elenco dei volumi pubblicati:

1. Dalla diffidenza al dialogo. Immigrazione e mediazione culturale, a cura di Santo Burgio, Sabina Fontana e Souadou Lagdaf, 2016. 

2. Dentro il C.A.R.A. di Mineo. Storie di chi accoglie. Storie di chi arriva, a cura di Sabina Fontana e Angelo Maria Indelicato, 2016.

3. Conflitti di genere. Società, religione e cultura, a cura di Carlo De Angelo, Sabina Fontana e Souadou Lagdaf, 2017.

4. Santo Burgio, Il terzo muntu, Filosofia e tradizione nel pensiero africano contemporaneo, 2018.

5. Sarah Scio’, Il ruolo delle donne nell’Iran contemporaneo: uno sguardo antropologico, 2018.

6. Decolonizzare l’utopia.  Cinque secoli di pensiero sovrano, a cura di Santo Burgio e Salvo Torre, 2019.

7. Identità femminili. Appartenenze etnico-religiose ed espressioni di potere, a cura di Maria Carreras i Goicoechea, Sabina Fontana,  Souadou Lagdaf, 2020.

8. Tracce. Pagine di filosofia interculturale, a cura di Giuseppe Bentivegna, 2020.

9. Guerre, conflitti e crisi. Confinamenti e contaminazioni al fronte delle culture globali, a cura di Gigliola Nocera, 2020.